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Costruzione arieggiatore per motocoltivatore

Da qualche tempo avevo intenzione di dedicarmi alla costruzione di questo attrezzo particolare per il motocoltivatore. Solitamente uso il motocoltivatore per tenere pulite piccole parti di terreno, per estirpare erbacce dal piazzale in ghiaia, per spostare la neve davanti e dietro casa, per il trasporto di legna ed anche per lavori ad amici quando capita occasione. Ho anche una zona a prato e ogni anno la consueta operazione di arieggiatura diventava sempre più pesante fisicamente da sostenere, quindi ho deciso di rendere l'operazione meno faticosa costruendomi un adeguato attrezzo da utilizzare con poca fatica. Non nego che in primo luogo avevo pensato di acquistare uno strumento dedicato allo scopo di arieggiare il prato, ma poi considerando che un attrezzo elettrico da poco prezzo non mi convinceva ed uno a motore era costoso e sprecato, senza contare che poi avere un attrezzo in più in garage occupa spazio per sempre, ho optato di provare a costruirmelo. All'inizio ero incerto su quale soluzione adottare poichè in pratica a me era sufficiente realizzare una specie di rastrello meccanico che mi permettesse di ripulire il prato dall'erba secca e dal muschio. La prima soluzione consisteva infatti nell'acquistare 2 rastrelli specifici manuali da cui prendere le lame e montarle sulla fresa del motocoltivatore. Tale soluzione era probabilmente la più semplice ed economica da realizzare, ma avevo paura che la potenza della fresa potesse rovinare facilmente il tutto nel caso di non escludibili incontri ravvicinati con sassi o altro durante l'uso. Un altra idea era quella di utilizzare pezzi di acciaio armonico o molle autocostruite fissati su un albero rotante, ma anche questa soluzione l'ho scartata poichè non ho trovato una soluzione valida per realizzare in casa molle che mi venissero identiche fra loro. Altra soluzione paventata è stata quella di utilizzare le lame in metallo dei decespugliatori, ma oltre alle difficoltà di fissaggio il loro costo era elevato. Sono passato quindi alla soluzione definitiva di utilizzare coltelli specifici da montare in maniera flottante.

La fresa del motocoltivatore: monta 24 coltelli per una larghezza di 65 cm di lavoro, in questo spazio dovranno entrare i rotori dell'arieggiatore e c'è posto per 22 cm per lato.

Per costruire i rotori ho fatto realizzare 4 dischi in ferro da 8 mm di spessore, distanziati fra loro da 2 barre di C40 da 20 mm di diametro che fanno da barre portanti. I dischi sono poi stati torniti all'esterno poichè la finitura del taglio ad acqua non era venuto esteticamente bello.

Una volta pronti i rotori ho incominciato a studiare come disporre i coltelli che hanno una dimensione di 100 x 30 x 3 mm ed un foro da 12 mm. Essi vengono forniti con relativi distanziali larghi 17 mm per cui una coppia coltello + distanziale fa circa 20 mm.

Su uno dei miei rotori ci stanno quindi 6 coltelli distanziati di 34 mm ciacuno, sulla barra opposta altri 6 sfalsati di 17 mm in modo da avere una zona di lavoro totale di 212 mm con 12 coltelli. La barra centrale che regge i coltelli è da 12 mm in C40, i distanziali sono in ferro comune.
I coltelli dovevano essere come in foto ovver flottanti e liberi di muoversi, secondo il progetto la forza centrifuga di rotazione della fresa doveva fare in modo che questi rimanessero aperti e colpissero il terreno asportando muschio ed erba secca con la la loro inerzia, ma una prima prova ha dato subito risultati deludenti poichè purtroppo i giri della fresa (massimo 1000) non bastano. I coltelli quindi non colpivano con forza sufficiente il terreno e non svolgevano alcun lavoro utile.

Ho cambiato quindi il progetto originario e sono passato da coltelli flottanti che dovevano ruotare ad alta velocità a coltelli fissati adatti ad operare a regimi di rotazione molto bassi. Per fare questo ho aggiunto una guida che ingloba la coda dei coltelli vicino al punto di snodo e l'ho dotata di un attacco con asola per poter regolare l'inclinazione dei coltelli stessi in modo da variare l'incidenza rispetto al terreno.

Ecco quindi come si presenta uno dei rotori completamente assemblato...peccato che presto occorra rismontare tutto per la verniciatura.

Un particolare della zona centrale di interconnessione dei supporti che fissano i coltelli: per non rendere tutto troppo rigido e permettere una piccola flessibilità dei coltelli in caso di incontri ravvicinati con sassi o zolle molto dure ho interconnesso i 2 supporti con una molla. Il gioco elastico della molla permette di fare flettere tutta la serie dei 6 coltelli tanto da portare a zero l'incidenza sul terreno rispetto ai 5 mm previsti.
Una breve prova con questo sistema ha dato subito ottimi risultati, con il solo piccolo inconveniente di un po di rumore proveniente dai piccoli giochi coltelli/staffa/molla, ma assolutamente non fastidioso.

Da questa immagine possiamo vedere il disassamento dei coltelli montati sui 2 alberi contrapposti.

Dopo le prime prove sommarie con un solo rotore ho proceduto a realizzare anche il secondo, ho verniciato il tutto con nero opaco alta temperatura e finalmente assemblato sulla fresa. A questo punto occorreva un sistema di regolazione dell'altezza di incidenza dei coltelli.

Sfruttando l'attacco per l'assolcatore ho realizzato un supporto per una coppia di ruote da 150mm di diametro, esse sono disposte a circa 22 cm fra loro, le 2 ruote non possono piroettare tramite un fermo posteriore, così da essere sicuri che non vadano inavvertitamente in mezzo ai coltelli mentre questi girano con spiacevoli conseguenze.

La regolazione della profondità di incidenza può avvenire come si vede dalle ruote stesse con un asola ed una corsa di 15 mm. La regolazione può avvenire anche tramite un serraggio o regolazione diversa dei 2 supporti di fissaggio dei coltelli, stringendo più o meno la molla infatti cambia anche l'inclinazione e di conseguenza la profondità di incidenza.

Finalmente si può passare all'uso pratico per vedere se le cose funzionano. Che dire, non me ne intendo di attrezzi del genere poichè non ne ho mai avuti di specifici, quello che posso dire è che l'erba secca ed il muschio vengono via molto bene in brevissimo tempo senza alcuna fatica e con pochissimi sussulti. La percentuale di erba verde strappata assieme ai residui secchi o muschiosi è veramente bassissima.

A sinistra una zona da trattare e a destra una zona trattata: non rimane che prendere una spazzola in metallo per raccogliere i residui. Una volta raccolti non sembra nemmeno che sia passato l'arieggiatore. Il mio prato è circa 150 mq, in circa un ora ho passato tutta la superficie e raccolto 2 bidoni di quelli grandi da 100 litri di residui.

L'unico inconveniente rilevato al momento è che ci vuole diverso tempo per passare dalla configurazione fresa a quella arieggiatore ed occorre smontare anche le fiancate della fresa per lavorare meglio, ma l'arieggiatore si una una o 2 volte all'anno per cui non è una fatica eccessiva.

Maggio 2012 - Tittopower

Modifica Giugno 2012

Dopo alcune ore di utilizzo si è evidenziato un affaticamento della struttura nello snodo dei supporti, in pratica la zona viti + molle quando una delle serie di lame incontra più difficoltà (terreno duro, sasso, dislivello) era molto sollecitata e nel giro di poco tempo le viti si usuravano con rischio rottura e sfilamento. Ho apportato quindi una modifica al sistema che consente una più ampia corsa delle lame. I 2 supporti guidalame sono stati modificati in modo da lavorare in battuta sui sostegni dei dischi, sono stati costruiti degli speciali supporti per ancorare una molla che provvede a tenere fra loro i guidalame. In questo modo le lame se incontrano un ostacolo possono agevolmente piegarsi invece che puntare sul terreno. I blocchi di nailon verde uniti con fascietta da 10 mm servono a trattenere i guidalama in caso di rottura della molla. Ho acquistato vari tipi di molla con diversa durezza, in seguito si vedrà quale risulta più adatta.

Le modifiche trattate negli articoli possono provocare danni notevoli alla persona qualora chi le esegue non abbia una certa familiarità con la meccanica, ci si astenga quindi eventualmente dal metterle in pratica qualora non si abbia affinità con la materia predetta. In ogni caso lo scrivente non si ritiene responsabile di eventuali danni provocati dai progetti e dal loro utilizzo a cose e/o persone.

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