La fresa del motocoltivatore: monta 24 coltelli per una larghezza di 65 cm di lavoro, in questo spazio dovranno entrare i rotori dell'arieggiatore e c'è posto per 22 cm per lato.
Per costruire i rotori ho fatto realizzare 4 dischi in ferro da 8 mm di spessore, distanziati fra loro da 2 barre di C40 da 20 mm di diametro che fanno da barre portanti. I dischi sono poi stati torniti all'esterno poichè la finitura del taglio ad acqua non era venuto esteticamente bello.
Una volta pronti i rotori ho incominciato a studiare come disporre i coltelli che hanno una dimensione di 100 x 30 x 3 mm ed un foro da 12 mm. Essi vengono forniti con relativi distanziali larghi 17 mm per cui una coppia coltello + distanziale fa circa 20 mm.
Su uno dei miei rotori ci stanno quindi 6 coltelli distanziati di 34 mm ciacuno, sulla barra opposta altri 6 sfalsati di 17 mm in modo da avere una zona di lavoro totale di 212 mm con 12 coltelli. La barra centrale che regge i coltelli è da 12 mm in C40, i distanziali sono in ferro comune.
I coltelli dovevano essere come in foto ovver flottanti e liberi di muoversi, secondo il progetto la forza centrifuga di rotazione della fresa doveva fare in modo che questi rimanessero aperti e colpissero il terreno asportando muschio ed erba secca con la la loro inerzia, ma una prima prova ha dato subito risultati deludenti poichè purtroppo i giri della fresa (massimo 1000) non bastano. I coltelli quindi non colpivano con forza sufficiente il terreno e non svolgevano alcun lavoro utile.
Ho cambiato quindi il progetto originario e sono passato da coltelli flottanti che dovevano ruotare ad alta velocità a coltelli fissati adatti ad operare a regimi di rotazione molto bassi. Per fare questo ho aggiunto una guida che ingloba la coda dei coltelli vicino al punto di snodo e l'ho dotata di un attacco con asola per poter regolare l'inclinazione dei coltelli stessi in modo da variare l'incidenza rispetto al terreno.
Ecco quindi come si presenta uno dei rotori completamente assemblato...peccato che presto occorra rismontare tutto per la verniciatura.
Un particolare della zona centrale di interconnessione dei supporti che fissano i coltelli: per non rendere tutto troppo rigido e permettere una piccola flessibilità dei coltelli in caso di incontri ravvicinati con sassi o zolle molto dure ho interconnesso i 2 supporti con una molla. Il gioco elastico della molla permette di fare flettere tutta la serie dei 6 coltelli tanto da portare a zero l'incidenza sul terreno rispetto ai 5 mm previsti.
Una breve prova con questo sistema ha dato subito ottimi risultati, con il solo piccolo inconveniente di un po di rumore proveniente dai piccoli giochi coltelli/staffa/molla, ma assolutamente non fastidioso.
Da questa immagine possiamo vedere il disassamento dei coltelli montati sui 2 alberi contrapposti.
Dopo le prime prove sommarie con un solo rotore ho proceduto a realizzare anche il secondo, ho verniciato il tutto con nero opaco alta temperatura e finalmente assemblato sulla fresa. A questo punto occorreva un sistema di regolazione dell'altezza di incidenza dei coltelli.
Sfruttando l'attacco per l'assolcatore ho realizzato un supporto per una coppia di ruote da 150mm di diametro, esse sono disposte a circa 22 cm fra loro, le 2 ruote non possono piroettare tramite un fermo posteriore, così da essere sicuri che non vadano inavvertitamente in mezzo ai coltelli mentre questi girano con spiacevoli conseguenze.
La regolazione della profondità di incidenza può avvenire come si vede dalle ruote stesse con un asola ed una corsa di 15 mm. La regolazione può avvenire anche tramite un serraggio o regolazione diversa dei 2 supporti di fissaggio dei coltelli, stringendo più o meno la molla infatti cambia anche l'inclinazione e di conseguenza la profondità di incidenza.
Finalmente si può passare all'uso pratico per vedere se le cose funzionano. Che dire, non me ne intendo di attrezzi del genere poichè non ne ho mai avuti di specifici, quello che posso dire è che l'erba secca ed il muschio vengono via molto bene in brevissimo tempo senza alcuna fatica e con pochissimi sussulti. La percentuale di erba verde strappata assieme ai residui secchi o muschiosi è veramente bassissima.
A sinistra una zona da trattare e a destra una zona trattata: non rimane che prendere una spazzola in metallo per raccogliere i residui. Una volta raccolti non sembra nemmeno che sia passato l'arieggiatore. Il mio prato è circa 150 mq, in circa un ora ho passato tutta la superficie e raccolto 2 bidoni di quelli grandi da 100 litri di residui.
L'unico inconveniente rilevato al momento è che ci vuole diverso tempo per passare dalla configurazione fresa a quella arieggiatore ed occorre smontare anche le fiancate della fresa per lavorare meglio, ma l'arieggiatore si una una o 2 volte all'anno per cui non è una fatica eccessiva.
Dopo alcune ore di utilizzo si è evidenziato un affaticamento della struttura nello snodo dei supporti, in pratica la zona viti + molle quando una delle serie di lame incontra più difficoltà (terreno duro, sasso, dislivello) era molto sollecitata e nel giro di poco tempo le viti si usuravano con rischio rottura e sfilamento. Ho apportato quindi una modifica al sistema che consente una più ampia corsa delle lame. I 2 supporti guidalame sono stati modificati in modo da lavorare in battuta sui sostegni dei dischi, sono stati costruiti degli speciali supporti per ancorare una molla che provvede a tenere fra loro i guidalame. In questo modo le lame se incontrano un ostacolo possono agevolmente piegarsi invece che puntare sul terreno. I blocchi di nailon verde uniti con fascietta da 10 mm servono a trattenere i guidalama in caso di rottura della molla. Ho acquistato vari tipi di molla con diversa durezza, in seguito si vedrà quale risulta più adatta.
Le modifiche trattate negli articoli possono provocare danni notevoli alla persona qualora chi le esegue non abbia una certa familiarità con la meccanica, ci si astenga quindi eventualmente dal metterle in pratica qualora non si abbia affinità con la materia predetta. In ogni caso lo scrivente non si ritiene responsabile di eventuali danni provocati dai progetti e dal loro utilizzo a cose e/o persone.